Nel borgo di Valogno non c’è un bar, nessun negozio, niente supermercati e un ristorante pizzeria che apre solo di sera. Se vi viene un mal di testa, la farmacia più vicina è a 5 km. Gli abitanti sono solo 95 e molti giovani sono stati costretti ad andare via.
Siamo in provincia di Caserta, al confine con il Lazio, a 390 metri sul livello del mare, e questa sembra la storia senza lieto fine di uno dei tanti borghi abbandonati d’Italia. Invece ad un certo punto, come nelle migliori fiabe, la storia cambia direzione e il buono comincia a vincere sul cattivo. In realtà i buoni sono due: Giovanni e Dora, uno psicologo di Roma e sua moglie che ha passato le estati della sua infanzia nella casa familiare a Valogno.
Stanchi del caos di Roma e alla ricerca di un modo di vivere più umano per i loro figli, decidono di cambiare vita. E quando lo fanno, la loro meta diventa Valogno: ma non sono andati via dal grigio di una metropoli per vivere nel grigio di un borgo che si sta spopolando e dove il cemento ha preso già troppo spazio.
L’idea, quindi, è quella di ridargli vita partendo da un’associazione culturale, che invita artisti di tutto il mondo a “colorare il grigio”. Il borgo, che fino a quel momento non attirava turisti, comincia a farsi conoscere.
Bisogna infatti ricordare che a Valogno ci sono solo 3 chiese e nessun monumento di rilievo: una delle chiese è ormai privata e chiusa; l’altra è quella di San Giuseppe che apre solo il 19 marzo, e l’altra, attiva e a cui gli abitanti sono più legati è quella di San Michele che ci accoglie all’ingresso del paese. I murales, quindi, sono tutto quello che offre il borgo, ma vi assicuriamo che sono un’ottima ragione per andarci.
Le passeggiate e il pranzo condiviso
Prima di andare visitare il borgo di Valogno, vogliamo ricordarvi che uno dei modi per scoprire il borgo è organizzare una passeggiata e un pranzo condiviso. Giovanni accompagna le persone in giro per il borgo raccontando la sua storia personale e quella del borgo, rivelando come le due storie si siano intrecciate grazie al progetto dei murales. E mentre si passeggia, Dora sta preparando un pranzo condiviso da gustare tutti insieme nella loro “casa-pensatoio”. Ovviamente il borgo si può visitare tranquillamente senza la passeggiata condivisa, ma se vi interessa questa esperienza è meglio prenotare chiamando allo 0823 702098
Il Murales delle partenze e delle attese
Il primo murales che si incontra arrivando a Valogno è quello delle attese e degli arrivi. È stato dipinto grazie al sostegno del Dopolavoro Ferroviario di Formia. L’artista che l’ha dipinto è la romana Alessandra Carloni, bravissima autrice anche delle “Trilogia dell’amore” sempre nel borgo e di altri piccoli capolavori. In questo murales il tema è l’attesa in stazione e poi la partenza in treno, animate dai personaggi sognanti che sono il tratto distintivo di questa artista. Quando incrociate questo murales è il momento di parcheggiare, perché mancano pochi metri all’ingresso nel borgo di Valogno.
Il Murales di Frida e il Benvenuto
Pochi più avanti compare la sagoma della chiesa di San Michele e subito il volto colorato e indimenticabile di Frida Kalho dipinta dall’artista Valentino Silvestre: appena sotto, lungo il muro, il “Benvenuti a Valogno, borgo d’arte”. Da qui inizia il sogno, ma prima di entrare alla scoperta del borgo vi consigliamo di fare altri 20 metri, dietro la curva della strada per ammirare un altro murales: quello dedicato alla “Spedizione di Mille di Garibaldi” realizzato da Salvo Caramagno, artista che ritroverete spesso in paese.
Il murales degli sposi
Subito dopo Frida Kalho compaiono “Gli sposi”, due personaggi protagonisti di molti murales del borgo. Questa che si incontra per prima è, in realtà , il secondo atto della “Trilogia d’amore” perché qualche metro più avanti li incontriamo che si tengono teneramente la mano nel momento del fidanzamento e più avanti li incontreremo con una bella e colorata famiglia.
La Madonna e lo Studio dell'artista
Voltato l’angolo a sinistra ci accoglie una madonna e subito dopo un grande murales dedicato allo “Studio dell’artista”, opera di Salvo Caramagno.
La Festa di San Michele e Mastu Felice
Uno di fronte all’altro, questi due murales raccontano delle tradizioni secolari di Valogno. La bottega di Mastu Felice, il falegname del paese e quello della vivace, colorata e devota festa di San Michele, il patrono del borgo.
Il pensatoio e i mazzamaurielli
Poco più avanti c’è l’ingresso del “Pensatoio”, il luogo dove questo progetto artistico è nato e continua a crescere. È la casa di Giovanni e Dora, anche se definirla casa è riduttivo: un luogo magico, dove le persone si incontrano, parlano, vengono ospitate, ascoltano storie e se ne tornano a casa cambiate, migliori certamente. Qui ci si dà appuntamento per le passeggiate condivise e qui si torna per gustare la cucina di Dora, cuoca e padrona di casa perfetta. Intorno al pensatoio c’è un murales di Alessandra Carloni con i “mazzamaurielli” (munaciello a Napoli), spiriti di bambini che vivevano nelle case aiutando o facendo dispetti agli abitanti.
La fine della Trilogia dell'amore e i briganti
Più in basso c’è l’ultimo murales della “Trilogia dell’Amore”, quando i due fidanzati, diventati poi sposi, hanno formato una famiglia e con i figli si avventurano nel mondo. Non distante uno dei tanti murales di Salvo Caramagno dedicato ai briganti.
Il murales della bambina che prende le stelle e la notte delle favole
Uno dei murales più amati dai bambini è quello del gatto e della bambina che prende le stelle, dell’artista Valentino Silvestre, lo stesso di Frida Kalho. Un poco prima di quest’opera si trova “La notte della favole” di Ciro Palumbo che ha come protagonista i sogni spinti da un mulino nella notte.
Alla ricerca degli altri murales di Valogno
Quelli che abbiamo descritto sono solo alcuni dei murales di Valogno: molti altri, bellissimi, sono distribuiti in tutto il borgo e lasciamo a voi il piacere di scoprirli. Fumetti, supereroi, donne affacciate ai balconi o sugli usci della case. A Valogno ogni angolo è diventata buono per dipingerci un po’ d’arte e riportare colore e speranza in questo borgo che sembrava destinato a spegnersi per sempre.