Anche se fa parte ufficialmente di Caserta, il borgo di Casertavecchia può essere a tutti gli effetti considerato un luogo a parte. Chi arriva sulla rupe su cui è costruito attraversando la zona urbana tra Napoli e Caserta si accorge subito del salto nel tempo. Da una modernità esasperata al Medioevo: da cemento, auto e insegne al neon a ciottoli, pietre, vecchie insegne e silenzio. Si parcheggia in basso e si affronta una ripida salita attraverso una pineta di abeti. Da qui si ha accesso al borgo di cui vi raccontiamo in questa pagina le cose da fare e vedere.
Piazza Vescovado a Casertavecchia
Piazza Vescovado a Casertavecchia è il centro di questo bel borgo medievale, il raccordo delle stradine e il punto di incontro dei pochi abitanti e dei turisti per una sosta e un buon caffè. Qui, tra pergolati, vecchie insegne e piccoli bar, si trovano gli edifici più importanti di Casertavecchia: Il Duomo, il Palazzo Vescovile, l’ex seminario. Al centro della piazza spicca inoltre una serie di colonne di granito che si trovano davanti al Duomo: si ritiene che rappresentassero il diritto di asilo della Chiesa.
Il Palazzo Vescovile che si affaccia sulla piazza permette di ammirare archi e finestre che risalgono al 1300, mentre di fronte al Duomo si apre l’edificio che una volta ospitava il seminario.
Oggi il seminario è la residenza del parroco di Casertavecchia e si tratta di un palazzo storico, abbellito da un portone centrale con colonne di marmo. All’interno del palazzo si può ammirare una croce di ferro battuto che fu messa qui nel 1953, per ricordare i 700 anni della consacrazione del Duomo al culto di San Michele Arcangelo.
Il Duomo di Casertavecchia
Sulla bella piazza del Vescovado, silenziosa al centro del borgo, si affaccia all’ombra del campanile il Duomo di Casertavecchia. È l’edificio di culto più importante e suggestivo della zona: dedicato a San Michele Arcangelo, il Duomo risale al 1129 e nel corso dei secoli ha subito l’influenza dei vari stili. Oggi, dopo l’ultimo restauro del 1926, il Duomo ha ritrovato il suo originario stile romanico. Questo elegante edificio di tufo, austero e maestoso, merita una visita soprattutto per i tanti tesori che custodisce al suo interno. Ai lati dell’ingresso due leoni di pietra accolgono i visitatori, mentre davanti all’altare spiccano le figure animali del pavimento a mosaico del 1213.
Le pareti sono interamente decorate con animali e motivi floreali, simboli della fede cristiana, e una piccola cappella del ‘300 a lato dell’altare custodisce gli affreschi originari.
L’affresco di Maria Santissima delle Grazie si trova sulla destra dell’ingresso e raffigura la Vergine Maria con il Bambino sulle ginocchia intento a benedire. Al centro della chiesa fa bella mostra un bellissimo pulpito barocco del 1600, impreziosito da cinque colonne di marmo con capitelli tutti diversi tra di loro. Il crocifisso di legno dietro all’altare risale al 1500.
A lato del Duomo si erge il bel Campanile: costruito nel 1234, svetta per 32 metri sulla piazza ed ha cinque piani abbelliti da bifore decorate con figure umane.
Informazioni per la visita al Duomo
Dove: il Duomo di Casertavecchia si trova in Piazza Vescovado, nel centro del borgo. L’ingresso è gratuito.
Orari di apertura: il Duomo è aperto in inverno dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 18; in estate chiude alle 22.30.
Costo del biglietto: gratis
Il Castello di Casertavecchia
Situato proprio al centro del paese, da cui domina il paesaggio e il panorama con la costa e le isole Flegree, il Castello di Casertavecchia risale all’861 e fu eretto dal Conte di Capua. Nel corso dei secoli, sotto il dominio di Svevi, Normanni e Aragonesi, e soprattutto dopo che Casertavecchia divenne sede vescovile, il castello assunse sempre più l’aspetto di una fortezza in cui trovare riparo dalle aggressioni nemiche.
Infatti si trova sul punto più alto del colle su cui sorge Casertavecchia, e oggi è armoniosamente inserito nel borgo medievale che lo circonda.
Il castello era anticamente era un vero e proprio mastio, con sei torri d’avvistamento alte 32 metri, ciascuna con i suoi ponti levatoi e un fossato intorno. Dal 1500 in poi, il borgo e il Castello furono gradualmente abbandonati. Oggi il castello è aperto al pubblico soltanto in occasione di alcuni eventi, all’ombra del baluardo di una torre e di alcuni ruderi, eppure rimangono invariati il fascino e la magia di questi luoghi: basti pensare che questa è la torre più grande d’Europa, dopo la torre di Aigües Mortes in Provenza.
La Chiesa dell'Annunziata
Di fianco al duomo, sul lato destro, si trova la Chiesa dell’Annunziata, un bell’esempio di stile gotico che risale alla fine del 1300. La facciata è decorata con tre monofore, ciascuna con un rosone, e di lato c’è un piccolo campanile. Gli interni sono semplici e sobri; anticamente affrescati, oggi meritano una visita per il grande arco policromo, su cui si trovano dei medaglioni che raffigurano gli apostoli. La chiesa è quasi nascosta dal grande edificio del Duomo e si affaccia su uno dei caratteristici vicoletti di pietra tra le case medievali di Casertavecchia.
Cosa mangiare a Casertavecchia
Grazie alla sua posizione, nel verde dei monti Tifatini, a circa 400 metri sul livello del mare, Casertavecchia è uno dei borghi più frequentati della zona. Il suo fascino è dovuto anche alla tradizione culinaria: lungo le viuzze medievali del centro, infatti, una serie di piccoli ristoranti, osterie e taverne ferme nel tempo accoglie i viandanti. Si parte dall’ antipasto, rigorosamente con prodotti del territorio: formaggi e salumi casertani, bruschette con i pomodorini, funghi e patate alla brace, ricotta di fuscella, mozzarella di bufala. Tra i primi piatti regnano sovrani i piatti a base di carne e verdure di stagione, come la pasta fatta in casa con pomodoro fresco, zucchine e melanzane, spesso insaporite da scaglie di ricotta affumicata, gli gnocchi alla sorrentina, serviti nella terracotta con pomodoro e mozzarella filante, e le deliziose tagliatelle al ragù di cinghiale o di maialino nero casertano.
Tra i secondi trionfano quelli a base di carne: capretti e maialini al forno e salsicce con semi di anice, accompagnati da funghi del Matese, zucchine, patate al forno.
Concludono il pasto i dolci tipici della tradizione campana, tra cui le sfogliatelle napoletane, il babà , e torte di pastafrolla fatte in casa.  Nei locali l’accoglienza è familiare e molto calorosa, gli antipasti sono genuini e le porzioni abbondanti.