Rasiglia, la “Piccola Venezia dell’Umbria”

Cosa vedere nel borgo di Rasiglia, la "Venezia dell'Umbria". I ruscelli, la Peschiera, i filatoi i mulini e gli angoli più suggestivi.

Rasiglia
Rasiglia

Ci vogliono solo un paio di ore per visitare il borgo di Rasiglia a pochi chilometri da Foligno, in Umbria.

Ma la sensazione che il villaggio lascia al visitatore resta impressa per sempre. Rasiglia è conosciuta come la “Piccola Venezia dell’Umbria” o “Borgo dei ruscelli” perché tutto è costruito intorno all’acqua della sorgente di Capovena.

Anche se l’acqua oggi è un’attrazione turistica, per secoli è stata l’unica risorsa di questo territorio che ha saputo sfruttarla per far funzionare mulini e opifici.

Purtroppo, dopo il boom turistico degli ultimi anni, Rasiglia condivide con Venezia anche il sovraffollamento, soprattutto in primavera e nei fine settimana.

Qui, fino a poco tempo fa, era difficile veder passare qualche auto. Ora, invece, spesso c’è traffico e il comune ha dovuto creare nuovi parcheggi.

Ma questo non devo scoraggiare la visita: basta non recarsi durante i ponti primaverili o autunnali e nei fine settimana per ritrovare intatto tutto il fascino di questo borgo. 

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Il centro storico di Rasiglia

Il centro storico di Rasiglia
Il centro storico di Rasiglia

Non è facile indicare un itinerario da seguire e forse è anche inutile. Il borgo è piccolissimo, ci vivono circa 50 abitanti.

C’è solo un bar e un ristorante ma diverse botteghe con prodotti tipici e qualche souvenir d’arte. Per goderne la bellezza, quindi, basta semplicemente passeggiare e farsi attirare dagli angoli più suggestivi.

Alla fine avremo girato comunque tutto il borgo. Qua è là, sulle case sono state affisse delle riproduzioni di stampe e fotografie che ricordano le varie attività svolte da secoli nel borgo: i mulini, il lanificio, ma anche il lavaggio dei panni nel fiume.

Ecco comunque alcune delle cose da vedere a Rasiglia curiosando un po’ negli edifici del borgo.

La peschiera

La Peschiera di Rasiglia
La Peschiera di Rasiglia

Tutta i ruscelli di Rasiglia corrono fino a riempire la Peschiera, la vasca di raccolta più grande del borgo. Se avete mai visto una foto di Rasiglia, molto probabilmente ritraeva questo angolo. Il nome discende dal fatto che un tempo nella peschiera venivano allevati pesci e gamberi di fiume. Una vista particolare sulla Peschiera si ha dalla passerella in plexiglass costruita dal piccolo museo che affaccia sulla vasca.

I mulini di Rasiglia

La forza dell’acqua è stata usata nei secoli per alimentare i mulini per macinare grano, mais e altri cereali. Molti di questi mulini sono rimasti attivi fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Passeggiando per il paese, in un palazzetto che sembra una casa, troverete una targhetta con scritto “Mulino a pietra“. Aprite quella porticina e ammirate il mulino e la macina perfettamente conservata. Molto interessante il Mulino Silvestri che conserva, oltre ai mulini, anche gli strumenti per la lavorazione di semi e farine.

I lanifici, antica tradizione di Rasiglia

Il territorio di Rasiglia è ostico, quindi inadatto all’agricoltura. Il borgo, quindi, nei secoli si era specializzato sia nella molitura sia nella lavorazione della lana e di altri filati.

La potenza dell’acqua, infatti, permetteva di far funzionare le macchine per la filatura e la concia delle pelli. A Rasiglia ogni famiglia possedeva un piccolo gregge per ottenere latte, carne e lana da lavorare poi nei tanti opifici del paese. Con questa venivano prodotte coperte e altre pezze da vendere al mercato o scambiare con generi alimentari.

In alcune case del paese è possibile vedere i vecchi strumenti per la filatura e la lavorazione e colorazione delle pelli. 

Il passaggio dai telai a mano a quelli ad acqua fu una vera rivoluzione che permise di lavorare di meno e produrre di più. Un’eguale lavorazione fu l’invenzione del telaio meccanico Jacquard che si può vedere in uno dei tanti locali aperti al pubblico.

I telai di Rasiglia
I telai di Rasiglia

Il lavatoio, echi del passato a Rasiglia

Prima che l’acqua corrente arrivasse nelle case, le donne di Rasiglia si incontravano al vecchio lavatoio per lavare i panni e gli oggetti di uso quotidiano. Il lavatoio è stato ristrutturato e decorato di una foto storica con le donne del borgo al lavoro.

Il lavatoio
Il lavatoio

Il Castello di Rasiglia

Resta ben poco del castello che la signoria dei Trinci fece costruire per controllare Rasiglia e il territorio del Menotre, il fiume che alimenta la valle. Una famiglia potentissima di cui vi consigliamo di ammirare il palazzo nobiliare nel centro storico di Foligno. Del castello di Rasiglia resta solo la torre e qualche rudere che potete ammirare nella parte alta del borgo.

Il Santuario della Madonna delle Grazie

Vale davvero la pena fare una piccola deviazione e raggiungere il Santuario della Madonna delle Grazie. Secondo una leggenda, nel 1450 un contadino che costeggiava il fiume trovò una statuetta della Madonna con gli angeli e il Bambino nudo.

Dopo questo ritrovamento gli abitanti di Rasiglia decisero di erigere una chiesa intitolata a Santa Maria che nel corso dei secoli è diventato luogo di grazie e devozione, da cui il nome. I bellissimi affreschi nel santuario raccontano di grazie, miracoli e resurrezioni, così come l’oro racconta della devozione popolare per questa statuetta.

La si può vedere nella cripta insieme al Bambino e agli angeli dalle ali azzurre. Solo ogni tre anni, durante un rito molto sentito in paese, la Madonna esce dalla cripta per essere portata in processione nella chiesa di Rasiglia.

Orari di apertura: aperto soprattutto d’estate e su richiesta.
Costo del biglietto: gratis.
Come arrivare: località Morro.

Il Santuario
Il Santuario
Alfonso Cannavacciuolo
Alfonso Cannavacciuolo è un copywriter e redattore professionista. Scrive per aziende e agenzie pubblicitarie. Insegna scrittura in master e università e ha pubblicato tre manuali di scrittura con Hoepli editore. Appassionato di viaggi e fotografia, scrive guide e reportage. Ha fondato 10cose.it nel 2009. Oggi 10cose.it è uno dei principali portali turistici italiani.