Il turista distratto entra nello Josefov, il quartiere ebraico di Praga, attratto dalla bellezza delle case barocche e Liberty e dagli atelier di lusso delle grandi firme internazionali. Molti ne ignorano la triste storia millenaria, simile a quella degli altri ghetti d’Europa, fatta di segregazione, soprusi e violenza fino alla deportazione di tutta la sua gente uccisa dai nazisti nei campi di sterminio, soprattutto ad Auschwitz-Birkenau.
Quella che si vede oggi è la versione “ristrutturata” del ghetto ebraico avvenuta alla fine del 1800, quando le case in stile Secese (Liberty) sostituirono molte case barocche e gotiche. Prima di allora il ghetto era un intricato sistema di vicoli, stradine minuscole e senza uscita, rozze e decadenti. Una superfice totale di soli 93.000 Mq in cui hanno vissuto per secoli gli ebrei di Praga, costretti ad indossare un cappello giallo se volevano uscire dal ghetto e andare nelle altre parti di Praga. In queste condizion gli incendi erano all’ordine del giorno, tanto che gli ebrei del ghetto tanto allenati a spegnere le fiamme, che divennero i pompieri anche dei quartieri vicini allo Josefov.
Un'intera popolazione distrutta dai nazisti
Solo nel 1784 Giuseppe II attenuò le discriminazioni guadagnandosi l’onore di dare il nome al quartiere (Josefstadt) in tedesco. Inizia un periodo di libertà più ampia che porta gli ebrei più ricchi e i borghesi ad andare fuori dal ghetto (Franz Kafka fu uno di questi). Nel 1893 una massiccia ristrutturazione spazzò via gli edifici barocchi e intere parti del quartiere sostituendoli con case in stile Secese.
Il triste destino della comunità ebraica di Praga finisce nel 1945 quando i nazisti deportarono tutta la popolazione sterminandola nei campi di concentramento.
Come arrivare nel ghetto ebraico di Praga
Il quartiere ebraico si trova a destra della Città Vecchia e lo si raggiunge facilmente costeggiando la chiesa di San Nicola in Piazza della Città Vecchia. Accanto alla chiesa c’è la casa dove lo scrittore visse per qualche anno: il balcone è quello centrale al primo piano. Proprio all’angolo spunta, infatti, una targa con il profilo dello scrittore. Subito di fronte c’è anche un museo dedicato a Kafka (non ufficiale). Il vero museo di Kafka si trova a Malastrana.
Due itinerari nello Josefov
Lo Josefov offre diverse cose da vedere e noi vi proponiamo 2 itinerari
Il primo guida attraverso le sinagoghe, alcune delle quali ancora in attività . La più famosa e visitata dai turisti è la Sinagoga Vecchionuova ma ce n’è un’altra che non bisogna perdere: è la Sinagoga Pinkas, con il Museo dei Bambini di Terezin protagonisti di una delle vicende più orribili e tragiche della Seconda Guerra mondiale.
Il secondo itinerario vi porterà in un luogo quasi magico: il cimitero ebraico. Migliaia di tombe stratificate nei secoli e un uso creativo dello spazio per permettere a tutti i defunti di essere degnamente seppelliti. C’è anche qualche tomba magica…
Itinerario 1: le Sinagoghe del Ghetto di Praga
Il tour delle sinagoghe del Quartiere ebraico di Praga è una tappa obbligata per chi vuole scoprire la storia millenaria dell’ex-ghetto e visitare alcuni dei luoghi religiosi più belli d’Europa.
L’ingresso è a pagamento con un unico biglietto che vale 7 giorni: più informazioni alla fine dell’articolo. Le sinagoghe che descriviamo seguono il percorso che si compie entrando nel quartiere dalla Chiesa di San Nicola in Piazza della Città Vecchia. Si susseguono nell’ordine: Maiselova, Pinkas, Vecchionuova, Klausova, la Sala Cerimoniale e la Sinagoga Spagnola. In questo articolo ci occupiamo delle tre più importanti: Pinkas, Vecchionuova e Spagnola.
La Sinagoga Pinkas
Superata la Sinagoga Maiselova, oggi museo, la prima Sinagoga che si incontra è la Pinkas. L’edificio lo fece costruire nel 1535 Aaron Meshullam Horowitz ma dalla fine della Seconda Guerra Mondiale la sinagoga Pinkas è principalmente un museo-memoriale dedicato agli Ebrei Boemi e Moravi, vittime delle persecuzioni naziste. Furono 80.000 quelli trucidati nei campi di sterminio i cui nomi sono stati scritti tutti a mano lungo le pareti del museo.
Il Museo dei Bambini di Terezin
Al primo piano della sinagoga Pinkas si visita l’esposizione dei Disegni dei bambini di TerezÃn 1942–44. Terezin è una località a circa 80 km da Praga dove i nazisti deportarono gran parte degli ebrei cechi e moravi. Secondo la propagando hitleriana, Terezin doveva rappresentare il campo di prigionia perfetto, dove gli ebrei venivano trattati con rispetto. In realtà era solo un campo di passaggio prima di avviarli allo sterminio nei forni crematori.
Dei circa 150.000 prigionieri ebrei passati per Terezin, 15.000 erano bambini che seguirono i loro genitori nell’orrendo destino voluto da Hitler. Erano così tanti che Terezin è stato soprannominato il “Campo dei Bambini”. E ne sopravvissero solo 242.
Nell’esposizione della Sinagoga sono visibili i disegni originali (circa 4000) che i bambini fecero durante il loro soggiorno a Terezin. Per fini propagandistici nel campo le attività creative furono in parte tollerate.
La comunità ebraica di Terezin si assicurò che tutti i bambini deportati potessero continuare il loro percorso educativo e l’insegnante d’arte Friedl Dicker-Brandeis creò una classe di disegno da cui provengono i 4.000 disegni del Museo della Sinagoga. Il professore nascose i disegni in due valigie che non vennero trovate dai nazisti e ricomparvero solo 10 anni dopo. Sono la testimonianza dell’orrore e il ricordo che anche dove l’uomo è ridotto a poco più di una bestia, l’arte rappresenta sempre una speranza, anche se inutile.
Dalla Sinagoga Pinkas si accede direttamente al Cimitero ebraico di Praga.
La Sinagoga Vecchionuova
Non fatevi ingannare dal nome, perché la Sinagoga Vecchianuova di Praga (Staronovà Sinagoga) ha più di 800 anni ed ha questo nome solo perché fu la seconda in ordine di tempo ad essere costruita. La prima sinagoga di Praga venne distrutta nel 1867 e sostituita dalla Sinagoga spagnola, in stile moresco.
Nei secoli la Sinagoga Vecchianuova ha svolto sia funzioni religiose che civili, fu costruita tra il 1279 e il 1275 in uno stile a metà tra il romanico e il gotico. Secondo la leggenda è stata costruita con le pietre provenienti dal Tempio di Salomone e quando tornerà il tempo di ricostruire il Tempio, la sinagoga sarà distrutta e le pietre riportate a Gerusalemme. Ma non è questa l’unica leggenda legata a questa sinagoga: gli angeli l’avrebbero salvata dal fuoco molte volte e nella soffitta vi sarebbero i resti del Golem creato dal grande rabbino Loew.
La sinagoga Vecchionuova è il più antico esempio di Sinagoga a due navate più in basso rispetto al livello stradale, come segno di umiltà . All’interno sono visibili il pulpito centrale, l’araca santa che conserva i rotoli della Torah e la lampada perpetua.
La Sinagoga spagnola
La prima sinagoga di Praga venne distrutta nel 1867 e sostituita dalla Sinagoga spagnola, in stile moresco. Questa è la più nuova ma anche la più scenografica e spettacolare tra le sinagoghe europee. Prende il nome proprio dal suo stile ispirato all’Alhambra di Granada.
La Sinagoga ospita testimonianze sugli ebrei cechi, le illustri personalità di religione ebraica di Austria e Ungheria (Freud, Kafka, Mahler) e il tesoro in argento degli ebrei di Boemia e Moravia.
itinerario 2: il Cimitero ebraico
Nulla racconta dello Josefov e della vita degli ebrei del ghetto di Praga, più delle lapidi del cimitero ebraico.
Insieme alla Sinagoga Vecchionuova è la testimonianza più antica e importante del quartiere. Le 12.000 tombe del cimitero sono un esempio di “creatività mortuaria obbligata“, perché come per i vivi, anche gli ebrei morti di Praga non potevano lasciare il ghetto.
Nel corso dei secoli il cimitero si è allargato fino a quando non c’è stato più spazio intorno: a questo punto le tombe più nuove sono state sovrapposte a quelle vecchie, creando questa architettura che sembra decadente e improvvisata ma ha una sua logica razionale. Pare che sia stata la follia di Hitler a salvare il vecchio Cimitero Ebraico di Praga dalla distruzione: dopo lo sterminio degli ebrei, infatti, il suo piano prevedeva la costruzione, proprio vicino al cimitero, di un “Museo esotico di una razza estinta“.
12.000 lapidi e migliaia di storie personali
Il cimitero ebraico contiene circa 12000 lapidi ma le tombe sono molte di più, perché molte sono sprofondate nel terreno e quelle di legno si sono distrutte con il passare dei secoli. Molte sono state interrate volontariamente perché le usanze religiose vietano di spostare le tombe, quindi più volte è stato portato terreno aggiuntivo per coprire quelle più vecchie. Nel corso dei secoli questo ha dato luogo a 12 livelli con in superficie le lapidi che venivano salvate dall’interramento. Sulle tombe sono visibili i simboli delle famiglie praghesi e quelli delle tradizioni ebraiche: oltre alla tradizionale stella di Davide sono ricorrenti il grappolo d’uva (simbolo della fertilità e della saggezza), la cassetta dell’elemosina (simbolo della beneficenza). Gli animali di solito indicano un cognome e gli strumenti la professione del defunto (forbici – sarto, violino – musicista).
La tomba del Rabbino Loew, creatore del Golem di Praga
La tomba più importante è senza dubbio quella del leggendario Rabbino Loew da sempre associata alla leggenda del Golem di Praga. Secondo questa leggenda il Golem è una creatura di fango creata dal Rabbino Loew per difendere gli ebrei del ghetto dalle persecuzioni. Il Golem è una figura che potevano creare solo i rabbini che conoscevano l’arte magica e attraverso le stesse tecniche che Dio aveva usato per creare Adamo. Il Golem di Praga è un essere molto forte, ubbidiente ma privo di anima, che poteva essere usato per lavori pesanti o per difesa degli ebrei perseguitati.
 Il Golem di Praga aveva sulla fronte incisa la parola “verità ” (in ebraico emet]) che il rabbino scriveva per risvegliare i golem da lui creati col fango. Quando i golem diventavano troppo grandi e ingestibili, il rabbino cancellava la lettera e da emet, trasformando la parola sulla loro fronte in “morte” (in ebraico met). Quando uno dei golem sfuggiti al controllo combinò più guai del previsto, il rabbino smise di servirsi dei Golem nascondendoli nella soffitta della Sinagoga Vecchionuova di Praga, dove secondo la leggenda si troverebbero ancora oggi.
La statua del rabbino si trova davanti al municipio e mai nessuno (nazisti, sovietici, graffitari) e neanche i piccioni si permette di sporcarla. Si racconta anche che la tomba del rabbino resti pulita e immacolata, nonostante nessuno la pulisca da secoli. Tra le crepe potrete notare i biglietti con richieste di ogni genere lasciate dalle persone in visita al cimitero di Praga.
La tomba di Franz Kafka
Kafka era nato e cresciuto nello Josefov di Praga e fu uno degli ebrei che andò via quando agli ebrei venne dato il permesso di andare anche in altre parti di Praga. Lui si trasferì al numero 22 del Vicolo d’Oro, nel Castello, dove visse con la sorella Ottie. La tomba di Kafka non si trova in questo cimitero ma nel Nuovo Cimitero Ebraico. Per arrivarci prendete la metro fermata Želivského. La tomba dello scrittore è nel settore 21.
Orari di apertura e costo dei biglietti per le Sinagoghe e il Cimitero Ebraico di Praga
Orari di apertura: le sinagoghe e il cimitero sono aperte tutti i giorni dalle 9 alle 18, escluso il sabato.
Costo del biglietto: alle sinagoghe e al Cimitero si accede solo con un biglietto unico del costo di 500 corone, 20 euro. Il biglietto è valido per 7 giorni. C’è anche un biglietto da 350 corone me non include la Sinagoga Vecchionuova.