Il Campanile di San Marco è uno dei simboli storici di Venezia. Alto poco meno di cento metri, è situato in un angolo di Piazza San Marco, proprio difronte alla Basilica. Sulla cima del campanile, al disopra della cella campanaria, si trova un dado sulle cui facce sono rappresentate, alternandosi tra loro, due leoni in movimento e le figure femminili di Venezia.
Al di sopra della cella, una costruzione a forma di piramide, fa da base alla statua dorata dell’Arcangelo Gabriele, realizzata da Luigi Zandomeneghi. La statua è posta su una piattaforma rotante, in modo da svolgere la funzione di segnavento. Il Campanile di Piazza San Marco è chiamato dai veneziani “El paròn de casa” (Il padrone di casa), a testimonianza della sua antica storia, che ne fa uno dei monumenti più visitati di Venezia.
Un po' di storia del Campanile di San Marco
La costruzione del Campanile di Piazza San Marco fu voluta dal doge Pietro Tribuno nell’800. Fu finito nel XII secolo, sotto il doge Domenico Morsoni. L’aspetto definitivo del campanile però, fu raggiunto solo nel XVI secolo, quando l’architetto Bartolomeo Bon guidò i lavori di restauro avviati in seguito al danneggiamento provocato da un fulmine nel 1489 e dal terremoto che interessò la laguna nel 1511. Furono interessati dal restauro sia la cella campanaria, ricostruita interamente in marmo, sia l’attico sul quale furono poste le sculture del Leone di San Marco e di Venezia. I festeggiamenti per la fine del restauro si chiusero con la posa della statua in legno dorato, raffigurante l’Arcangelo Gabriele, nel luglio del 1513.
Le campane e i loro nomi
Ognuna delle cinque campane ha un nome legato all’occasione in cui veninva suonata. L’unica campana salvatasi dal crollo fu la Marangona, la campana maggiore che veniva suonata all’inizio e alla fine dell’orario di lavoro dei marangoni (carpentieri dell’Arsenale) e delle sedute del Maggior Consiglio. La Nona invece, segnava e segna ancora il mezzogiorno. La funzione della Trottiera era di richiamare per la seconda volta i nobili che dovevano partecipare alle riunioni del Gran
Consiglio. Quando questa suonava, i cavalli venivano messi al trotto, perché si era in evidente ritardo per la riunione. La Pregadi (detta anche Mezza Terza) annunciava le riunioni dei Pregadi, i membri componenti il Senato della Serenissima Repubblica. Capire quando veniva suonata la campana del Maleficio (o Renghiera) non è molto difficile: i suoi rintocchi indicavano che una esecuzione capitale era in corso. Dopo il crollo del Campanile, i resti delle campane furono fusi e riutilizzati per dar vita a quelle nuove, donate alla città dal Papa Pio X.
Fulmini sul Campanile!
In seguito al restauro reso necessario dal danno causato dal fulmine del 1489 e dal terremoto del 1551, il Campanile di Piazza San Marco fu costretto alle cure dei restauratori molte volte nel corso dei secoli, quasi sempre a causa dei fulmini che colpivano la vetta. Nel 1745, uno di questi, provocò il crollo di una parte del campanile che causò la morte di diverse persone. Nel 1776, finalmente, il campanile di Piazza San Marco fu dotato di un parafulmine, smettendo così di essere la “costruzione parafulmine” della città . All’inizio del mese di luglio del 1902 fu segnalata un profonda crepa nella parete nord del campanile. La segnalazione fu ignorata e la fenditura si allargò giorno dopo giorno, fino a causare il crollo di una parte del campanile. Non ci furono danni alle persone, e la posizione un po’ isolata del campanile all’interno della piazza, fece si che le costruzioni adiacenti non venissero interessate. La loggetta ai piedi del campanile fu completamente distrutta e un angolo della libreria del Sansovino fu travolta dalle macerie, ma fu davvero poca cosa, rispetto ai danni che il crollo poteva causare. Le foto del crollo del campanile che si possono trovare in internet sono tutte rigorosamente false perché non furono scattate immagini al momento della caduta. Nella serata del 14 Luglio del 1902, giorno stesso in cui una parete del Campanile cedette, il consiglio deliberò la ricostruzione stanziando 500.000 Lire per i lavori di ricostruzione. Il nuovo campanile venne inaugurato il 25 aprile del 1912 in occasione della festa del Santo Patrono.
Vino, supplizi e angeli all'ombra del Campanile
Diversi eventi vedevano e vedono il Campanile di Piazza San Marco come teatro della vita di Venezia. Il modo di dire dialettale “andemo a bever un ombra” è l’abbreviazione di “andemo a bever un goto de vin all’ombra del campanil” (andiamo a bere un bicchiere di vino all’ombra del campanile) e nasce proprio in virtù delle numerose osterie che un tempo, fino al 1872 quando furono chiuse e abbattute per ordine comunale, circondavano il campanile. Durante la Repubblica Veneziana alcuni reati commessi dagli appartenenti al clero, veniva puniti con il “suplissio dea cheba” che consisteva nell’appendere al Campanile una gabbia con dentro il condannato. Nel 1609 il Campanile di Piazza San Marco fu utilizzato da Galileo Galilei per fare una dimostrazione del suo innovativo cannocchiale. Durante il Carnevale di Venezia si svolgeva un importante spettacolo per festeggiare il Giovedì grasso: “lo svolto dell’angelo (o del turco)“. Un equilibrista scendeva dalla sommità del campanile fino ad una barca ormeggiata nel bacino di San Marco, compiendo il percorso su di una fune tesa. L’equilibrista, probabilmente in seguito a rovinosi incidenti, fu sostituito da una colombina di legno. Dal 2001 il tragitto compiuto dall’angelo, tornato ad essere un equilibrista, parte dal campanile e giunge fino al Palazzo dei Dogi, rifacendosi al rituale del carnevale settecentesco, quando l’inizio della festa era sancito dal dono di uno scettro al Doge che proclamava l’inizio della festa.
Piazza San Marco
N.1/82 fermata/stop San Marco
Ottobre e novembre 9.00-19.00, da novembre ad aprile 9.30-15.45, da aprile a giugno 9.00-19.00, da luglio a settembre 9.00-21.00. Chiusura biglietteria un’ora prima