Monza è una piccola e sorprendente città d’arte lombarda: in effetti tanto piccola non è, perché ha 120.000 abitanti ed è la capitale della Brianza, una delle zone più ricche e produttive d’Italia. Ma la possiamo considerare piccola in relazione alla vicina Milano, da cui dista solo pochi minuti di treno.
In effetti, l’atmosfera è molto simile: vie dello shopping, case eleganti, movida sofisticata, tanto che qualcuno si è spinto a definire Monza come una “piccola Milano”. Ma crediamo che la definizione sia un po’ limitante: Monza ha una propria identità culturale e paesaggistica: prima di tutto, ha un parco immenso con una Villa Reale luogo di storici avvenimenti, un roseto spettacolare, l’Autodromo più famoso del mondo e fiumi, laghetti, mulini e così via.
Qui il centro storico offre tutte le possibilità di una grande e ricca città del Nord ma basta fare pochi passi a piedi per ritrovarsi in una natura intatta e rigogliosa.
Poi Monza, a dispetto del pensiero comune, non è una città di grigi e produttivi capannoni industriali: ha un Duomo meraviglioso, che custodisce la Cappella di Teodolinda e la Corona Ferrea.
Le 45 scene della cappella sono considerate uno dei capolavori della pittura del gotico internazionale in Italia mentre la Corona è una delle reliquie più venerate della Cristianità.
E poi è un luogo pieno di ricordi scolastici legati ai “Promessi Sposi”: si può andare alla ricerca del Monastero in cui la vera “Monaca di Monza” visse (Chiesa di Santa Margherita e San Maurizio) oppure dei luoghi in cui si rifugiarono Agnese e Lucia o il vero Egidio (Gian Paolo Osio), dopo che fu scoperta la sua relazione con la monaca.
Insomma, Monza offre spunti per un bel week end di arte, cultura e natura, con una gastronomia di pochi piatti ma buoni e sostanziosi. Il centro si gira tranquillamente a piedi, può bastare un giorno ed è una meta ideale anche per i bambini.
In questa pagina vi consigliamo le 10 cose da fare e vedere assolutamente a Monza durante un week end o una vacanza. L’itinerario richiede un paio di giorni, ma se vi resta tempo i dintorni di Monza offrono natura e città d’arte a volontà!
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La Villa Reale di Monza
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Quando nel 1771 Ferdinando D’Asburgo diventa Governatore della Lombardia sposando Beatrice Ricciarda d’Este, sceglie come residenza Villa Alari a Cernusco sul Naviglio. La “casa” andava un po’ stretta alla coppia che nel 1777 decide la costruzione di una sontuosa dimora a Monza, pochi chilometri fuori Milano e lungo la direttrice che portava a Vienna, capitale dell’Impero.
In soli tre anni l’architetto Piermarini costruisce un gioiello ispirandosi alle Reggia di Caserta e all’o Schonbrunn di Vienna. Ma la villa che vediamo oggi non è il risultato del progetto originario. Durante il Regno d’Italia di Napoleone (1805), il viceré Eugenio di Beauharnais fissò la sua residenza principale nella reggia che quindi prese il nome di “Villa Reale”.
Il Viceré volle la costruzione del teatrino di corte e del vasto e bellissimo parco recintato (vedi punto 2). Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815, l’arciduca austriaco Ranieri arricchì il Parco e i Giardini compresa una scuola per formare dei giardinieri professionisti.
Con il Regno d’Italia inizia la villa vive gli ultimi momenti di gloria prima della decadenza: nel 1868 la villa fu donata da Vittorio Emanuele II al figlio, il futuro Umberto I in occasione del suo matrimonio con Margherita di Savoia. Il 29 luglio 1900 Umberto I di Savoia fu assassinato proprio a Monza da Gaetano Bresci.
Da quel momento Vittorio Emanuele III non volle più utilizzare la Villa Reale, facendola chiudere e trasferire al Quirinale gran parte degli arredi. Donata nel 1934 al Comune di Monza e di Milano iniziò un periodo di decadenza finito solo nel 2012 con l’inizio dei lavori di recupero.
Oggi della Villa di Monza si possono visitare gli Appartamenti Reali, le sale di rappresentanza al Primo piano Nobile e gli Appartamenti privati del Secondo Piano nobile, con gli arredi originali delle stanze in cui vivevano Umberto I e sua moglie la Margherita di Savoia, la prima Regina d’Italia.
Orari di apertura e costo del biglietto per la Villa Reale di Monza
Orari d’apertura: Sabato e domenica: dalle 10.30 alle 18.30 (ultimo ingresso 17.30).
Costo del biglietto: intero 10 €. Ridotto dai 3 ai 26 anni non compiuti e over 65 anni: 8 €.
Come arrivare: l’ingresso principale della Reggia di Monza è quello da Viale Brianza, 1.
Il Parco e il Roseto di Monza
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Partiamo da un numero: il parco di Versailles, a Parigi, ha una superficie di 250 ettari. Il Parco di Monza è circa il triplo, quindi siamo in presenza di uno dei parchi più grandi d’Europa. Non è un caso che decine di film italiani e stranieri siano stati ambientati tra la Villa e il Parco.
La costruzione fu voluta da Napoleone, ampliando i Giardini Reali che erano stati costruiti insieme alla Reggia di Monza voluta dagli austriaci.
L’idea di Napoleone era di costruire non semplicemente un parco ma uno spazio in cui convivessero campi agricoli, strade, cascine, ville e giardini già esistenti creando un ambiente unico e mai visto prima.
Così, nel 1805 parte il progetto che porterà alla costruzione di un immenso spazio verde che, per fortuna, è arrivato intatto fino a noi.
Cosa si può visitare nel Parco di Monza? Dalle querce giganti e secolari, il fiume Lambro e le sue rogge, boschetti un tempo adibiti alla caccia dei Re e oggi casa di diverse specie. Poi punti ristoro, laghetti, ville, cascine secolari, antichi mulini, prati per il pic-nic, osterie, ponti, laghetti, percorsi per la bici e altre infinite possibilità di passare un giorno intero nella natura.
Un discorso a parte merita il meraviglio Roseto adiacente alla Villa Reale. Fu voluto da Niso Fumagalli, industriale e presidente della Candy, nel 1964. Grande appassionato di floricoltura e amante delle rose, decise di fondare l’Associazione Italiana della Rosa proprio a Monza e realizzare il Roseto con circa 400 specie, ormai famoso in tutto il mondo.
Orari di apertura e costo del biglietto per il Parco di Monza
Orari d’apertura: tutti i giorni.
Orario invernale carraio: dalle 7.00 alle 19.00
Orario invernale pedonali: dalle 7.00 alle 20.30
Orario estivo: dalle 7.00 alle 21.30 ingressi pedonali
Orario estivo: dalle 7.00 alle 20.30 ingressi carrai
Giardini Villa Reale
Aperti tutti i giorni.
Orario invernale: dalle 7.00 alle 18.30
Orario estivo: dalle 7.00 alle 20.00
Costo del biglietto: gratis.
Il Duomo e la Corona Ferrea
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Il Duomo di Monza, dedicato a San Giovanni Battista, sorge sul luogo dove la regina longobarda Teodolinda decise di far costruire una cappella per il suo palazzo. Di quella costruzione non resta molto, tranne appunto, la Cappella di Teodolinda e il suo ciclo di affreschi. Secondo la leggenda, narrata proprio negli affreschi, la regina scelse questo luogo dopo un sogno fatto nelle vicinanze: una colomba le aveva sussurrato Modo (qui) e lei aveva risposto Etiam (sì).
La combinazione delle due parole ha dato vita a Modoetia, l’antico nome di Monza. Le 45 scene della cappella sono considerate uno dei capolavori della pittura del gotico internazionale in Italia e raccontano la storia di questa donna che fu regina (cattolica) dei Longobardi e d’Italia dal 589 al 616 e reggente dal 616 al 624.
Gli affreschi sono del 1450 circa e furono realizzati dai fratelli Zavattari anche per raccontare, simbolicamente, il passaggio dinastico nel ducato di Milano tra la famiglia dei Visconti e quella degli Sforza.
Nell’altare della Cappella, realizzato nel 1895-96 in stile neo-gotico, è custodita la Corona Ferrea, la corona con cui furono incoronati per secoli i re d’Italia, nonché una reliquia venerata in tutto il mondo cattolico.
Secondo la leggenda, infatti, la corona fu realizzata usando anche uno dei chiodi della croce di Cristo. Realizzata in oro e argento e con un diametro di soli 15 cm, la Corona Ferrea non è adatta per essere indossata da un uomo, quindi si ritiene che la corona facesse parte di un elmo di Costantino, di Federico Barbarossa o per l’incoronazione del figlio di Carlo Magno, Pipino.
Quando Napoleone nel 1805 si incoronò re d’Italia, si mise da solo la corona sulla testa pronunciando la famosa frase “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca“. La Cappella di Teodolinda è l’unica parte del Duomo originario, mentre l’esterno ha ii riconoscibile cromatismo a fasce bianche e verdi alternate e il magnifico rosone di Matteo da Campione.
Il protiro è in stile rinascimentale con i due medaglioni dell’arcata che contengono i busti di Teodolinda e del suo sposo Agilulfo. Da non perdere una visita al Museo del Tesoro che raccoglie opere e oggetti che hanno accompagnato la basilica dal 1300 a oggi.
Orari di apertura e costo del biglietto per il Duomo di Monza
Orari d’apertura:
Da lunedì a sabato: ore 7.30 – 12.00 / 15.00 – 18.30
Domenica: 07.30 – 12.00 / 16.00 – 18.30
(nel periodo invernale: 7.30 – 12.00 / 15.00 – 18.30)
Cappella di Teodolida chiusa il Lunedì.
Costo del biglietto: gratis per il Duomo. 8 € per la Cappella di Teodolinda.
Come arrivare: Piazza Duomo nel centro di Monza.
L'Arengario
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Nel 1250 il Podestà di Monza fu scomunicato e gli fu quindi impedito di continuare a usare l’ingresso del Duomo come luogo di incontri e di mercato.
Forse questa è la strana ragione per cui oggi possiamo ammirare l’Arengario, il palazzo civile più importante di Monza distante dal Duomo solo 200 metri. Nella costruzione originaria c’era accanto anche il Palazzo del Podestà, oggi scomparso.
Le arcate del porticato al piano terra diventarono quindi il nuovo luogo del potere civile di Monza mentre oggi sono usate come luogo di ritrovo e per mercatini e piccole fiere.
Nella grande sala al primo piano si svolgevano le assemblee ufficiali della città. Il balconcino a loggetta della sala, detto “La parlera” era il luogo da cui venivano letti ai cittadini i decreti emanati dal podestà e dell’assemblea.
Oggi questa sala è usata soprattutto per mostre e rassegne culturali, e vi si accede attraverso una scala della torre campanaria costruita nel 1300. Su questa torre, alta circa 44 metri, nel 1347 l’arciprete Leone dei Frisi fece collocare uno dei primi orologi a ruota d’Italia, il terzo dopo quelli di Milano (sulla torre di San Gottardo) e di Padova.
Orari di apertura e costo del biglietto per l’Arengario
Orari d’apertura: l’Arengario è momentaneamente chiuso al pubblico.
Chiesa di San Maurizio e Santa Margherita (Monaca di Monza)
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Chi ha dovuto studiare “I Promessi Sposi” di Manzoni (tutti!) ricorderà certamente la vicenda di Suor Gertrude, la “Monaca di Monza”. In realtà non si tratta di un personaggio di fantasia ma Manzoni si ispirò alla vita di Marianna de Leyva y Marino, costretta dal padre a diventare monaca col nome di Suor Virginia Maria. Il luogo in cui la monaca visse reclusa gran parte della sua vita è la Chiesa di Santa Margherita e San Maurizio.
Ed è qui che si svolse la sua relazione con Gian Paolo Osio, (Egidio nel romanzo) da cui ebbe due figli. Vicenda che si concluse nel 1608 con la condanna a morte dell’Osio e la reclusione di suor Virginia.
In realtà di quel monastero non resta molto: nel 1469 una nuova chiesa dedicata alle sante Margherita e Caterina sostituì l’oratorio medievale.
Il monastero fu smembrato nel 1785 e oggi “soffoca” tra i condomini: della costruzione originale restano solo la cantina e il pozzo.
L’attuale chiesa, rinominata di San Maurizio, conserva affreschi e dipinti sia della chiesa di Santa Margherita che della vicina chiesa abbattuta di San Maurizio. A sinistra del portone di ingresso della chiesa c’è un cancello: questo era il portale d’ingresso dell’antico convento dove è ancora visibile il vano che ospitava la “ruota degli esposti” dove venivano lasciati i neonati abbandonati.
Orari di apertura e costo del biglietto per la Chiesa di San Maurizio
Orari d’apertura: solo domenica mattina.
Costo del biglietto: gratis.
Come arrivare: Piazza Santa Margherita, a circa 500 metri dal Duomo.
I Musei Civici di Monza
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I Musei Civici sono il più importante museo di Monza: raccolgono le opere della Pinacoteca Civica e dell’Arengario a cui negli anni si sono aggiunte quelle delle Biennali, ISIA e Premio di Pittura Città di Monza. I musei si trovano nella “Casa degli Umiliati”, ordine medievali ricco e potente.
Un percorso di circa 140 opere che raccontano dell’arte a Monza dall’antichità romana al XXI secolo. Qui è possibile vedere un’epigrafe in granito in cui si scopre come venivano chiamati gli abitanti della Modicia romana: Modiciates.
Molto interessante la sezione dedicata all’arte del 1800 e ‘900, con opere dei più celebri dei pittori monzesi di fine Ottocento: Eugenio Spreafico ed Emilio Borsa, con opere il cui tema principale è il lavoro, la grande tela di Carlo Fossati (una scena d’infanzia) e due tele di Pompeo Mariani dedicate al viaggio in Egitto.
Un discorso a parte merita Mosè Bianchi il più famoso pittore monzese.
In una sezione specifica sono esposte due opere grafiche legate legate agli affreschi che Bianchi realizzò nella Villa Giovanelli a Lonigo (Vicenza) e il grande cartone preparatorio del Genio di Savoia, dipinto realizzato sul soffitto della Saletta Reale della Stazione di Monza (da visitare assolutamente).
Orari di apertura e costo del biglietto dei Musei Civici di Monza
Orari d’apertura:
Lunedì e Martedì: chiuso
Giovedì: 15.00 – 18.00
Mercoledì, Venerdì, Sabato e Domenica: 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00
Costo del biglietto:
Biglietto intero: 6 euro
Biglietto ridotto: 4 euro
Family pass cumulativo: 14 euro
Come arrivare: Via Teodolinda a 200 metri dal Duomo.
Il fiume Lambro e i ponti
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Per secoli la vita di Monza ha girato intorno al fiume Lambro: è stato la forza propulsiva per i mulini fino a trasformarsi in “scarico” per le industrie della ricca Brianza.
Dopo i disastri ripetuti dagli anni 2000 in poi, oggi il Lambro è in pieno recupero ed è uno degli elementi del paesaggio che caratterizzano Monza. Il Lambro è un lago prealpino, quindi potrebbe essere asciutto in estate e più rigoglioso nei mesi invernali e primaverili.
L’angolo più pittoresco sul fiume è quello che si gode dal Ponte dei Leoni, che prende il nome dai 4 leoni in pietra posti ai due ingressi al ponte.
Qui una volta c’era il ponte D’Arena di epoca Romana di cui resta solo un’arcata. Il ponte romano era una meraviglia architettonica, lungo 70 metri, tre volte l’attuale ponte voluto dagli austriaci.
Una parte è ancora visibile dalle lastre in vetro accanto a uno dei leoni. Dal ponte partono due percorsi pedonali con la tipiche casa a ballatoio a picco sul fiume: qui un tempo c’erano anche mulini per la macinatura del grano, rogge e lavatoi.
Il ponte più antico di Monza è quello definito “nuovo” che si trova nei pressi del Santuario di Santa Maria delle Grazie (vedi punto 8). Fuori dai percorsi più turistici è il Ponte di San Gerardino, il più elegante e quello che meglio di tutti ricorda le atmosfere della vecchia Monza.
Il modo migliore per godersi il Lambro è un giro nel Parco di Monza: qui il fiume scorre per 3,5 km in un contesto naturale intervallato da laghetti, cascatelle e antichi mulini. Per chi ha molto più tempo, c’è la Valle del Lambro un percorso di 25 km che si può fare a piedi, in bici o a cavallo.
Come arrivare: su via Vittorio Emanuele a pochi metri dall’Arengario.
Il Santuario di Santa Maria delle Grazie
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Intorno alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, sulla riva del Lambro, girano diverse leggende. La prima è che in questa chiesa si rifugiarono Agnese e Lucia in fuga dai Bravi di Don Rodrigo. Storicamente è accertato che non fu questo il Convento dei Cappuccini indicato nei “Promessi Sposi” mentre è certamente vera un’altra leggenda sul luogo.
Qui si fermarono Gian Paolo Orsi (Egidio) e due suore in fuga dal Convento di Santa Margherita con due suore complici dopo che avevano fatto fuori la suora che aveva scoperto la relazione tra Orsi e la “Monaca di Monza” e li aveva denunciati (vedi punto 5).
Al di là delle leggende, questo Santuario è costruito sul luogo dove un tempo c’era una piccola cappella dedicata al culto della Madonna, nei pressi del fiume Lambro.
La prima Messa fu celebrata dai francescani il 18 ottobre 1467. Della costruzione originaria non resta molto: la chiesa ha una pianta unica con cappelle laterali perché nel 1810, durante il periodo napoleonico, il Santuario venne chiuso, depredato e abbandonato.
Trasformato in fienile, fu avvolto da un incendio il 17 dicembre del 1893. Gli affreschi e le opere furono completamente distrutte. Oggi è un luogo spoglio ma non privo di devozione, soprattutto grazie all’immagine, a cui molti sono devoti, della Madonna delle Grazie.
Orari di apertura e costo del biglietto del Santuario
Orari ingresso: tutti i giorni dalle 7 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30
Costo del biglietto: gratis
Come arrivare: Via Montecassino, 18, appena fuori dal Parco di Monza a ridosso della Villa Reale.
L'Autodromo di Monza
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Non bisogna essere per forza appassionati di Formula 1 per conoscere l’Autodromo di Monza: è una delle piste da corsa più antiche e famose del mondo, un vero tempio della velocità.
L’Autodromo, che si trova nel Parco di Monza, si può visitare con tour in bici o minivan.
Si va alla scoperta dei luoghi più iconici dell’Autodromo, quelli che si vedono in Tv durante le gare di corsa. L’Autodromo offre anche una pista di 500 metri per GoKart nei pressi della famosa curva parabolica. Ma chi ama davvero la velocità non può rinunciare a un giro di pista con una vettura granturismo o una di Formula 1 o Formula 3.
Orari di apertura e costo del biglietto per l’Autodromo di Monza
Orari di apertura: variabili.
Costo del biglietto: variabili.
Prezzo ingresso in pista: turno auto da 25 minuti, 70 euro
Come arrivare: ingresso al Parco di Monza da Porta Vedano o porta Santa Maria alle Selve.
La Cappella Espiatoria di Monza
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La Cappella Espiatoria di Monza è un gioiellino costruito nel luogo dove il 29 luglio 1900 l’anarchico Gaetano Bresci uccise il re Umberto I di Savoia.
Suo figlio ed erede al trono, Vittorio Emanuele III, incaricò l’architetto Giuseppe Sacconi lo stesso autore dell’Altare della Patria a Roma. Inaugurato nel 1910, questo edificio commemorativo è ricco di elementi simbolici che rimandano alla Casa Reale, tra cui lo scettro e la corona.
Al vertice della colonna c’è una Pietà in bronzo con una grande croce in alabastro.
Essendo un monumento funerario, l’esterno è abbastanza triste mentre l’interno scintilla di mosaici multicolore con immagini bibliche. Nella cripta c’è un cippo in marmo nero che segna il punto esatto dell’attentato.
Orari di apertura:
martedì, mercoledì, giovedì, domenica: 9.00-14.00 (ultimo ingresso 13.30)
venerdì e sabato: 9.00-19.00 (ultimo ingresso 18.30)
Il 2° e il 4° giovedì del mese apertura prolungata fino alle ore 19.00 (ultimo ingresso 18.30).
Orari di apertura e costo del biglietto per la Cappella Espiatoria
Chiuso: lunedì
Costo del biglietto: ingresso libero ma limitato.
Prenotazione obbligatoria per sabato e domenica in questa pagina
Come arrivare: Via Matteo da Campione, 7, a ridosso del Parco di Monza.
Cosa mangiare a Monza
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La gastronomia di Monza e della Brianza non è famosa per la ricercatezza o per aver dato vita a piatti internazionali: questo è un territorio che nel corso dei secoli ha combattuto soprattutto con la povertà e le carestie agricole, concentrandosi più sulla sostanza che la forma.
I piatti monzesi, infatti, sono fatti per sconfiggere la fame e tornare al duro lavoro dei campi. Il protagonista della tavola è il maiale, soprattutto le sue parti più povere.
Lo ritroviamo nella cazzoeula, a base di costine e scarti di maiale come piedi, muso e cotiche.
Il tutto cucinato sul fuoco lento con cavoli, carote e sedano. Immancabile come accompagnamento non è il pane bianco, alimento ricco, ma la polenta di mais, che da secoli è la coltura intensiva più diffusa da queste parti. Stesso discorso per la trippa e le buseche, interiora di maiale protagoniste di una minestra liquida con pomodori, carote, sedano e fagioli.
Sempre maiale c’è nel panmoijaa, una zuppa con lardo o pancetta tritati insieme agli odori, come cipolla, aglio e prezzemolo e servito con pane giallo.
Forse il piatto più famoso di Monza è il risotto con la luganega, una salsiccia originaria della Basilicata. Il risotto alla monzese è una variazione sul più famoso risotto alla milanese.
Tra i dolci, povero e tradizionale è la torta paesana, fatta con pane raffermo sciolto nel latte e condito con cacao, pinoli, frutta candita e uvetta. Tipici del giorno di San Gerardo sono il pane e i biscotti di San Gerardo (zucchero, miele, frutta e castagne).
Dintorni di Monza
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Monza è a poco distanza di alcune delle città d’arte più importanti della Lombardia: Milano è distante solo 30 minuti di auto e mezzi pubblici che collegano le due città sono frequenti. Monza quindi è un’ottima escursione di un giorno per chi visita Milano e viceversa.
Anche la bella Bergamo dista solo 40 minuti di auto mentre con qualche minuto in più si arriva a Como e si può partire alla scoperta del Lago di Como.
Senza allontanarsi dalla Brianza, ricordiamo che questa è una zona ricca di laghi e di natura ma non mancano i borghi come Montevecchia, che per il suo paesaggio è anche definita la “Toscana della Brianza”.
Per chi ama le curiosità, vale la pena arrivare a Imbersago ad ammirare il traghetto di Leonardo da Vinci ad Imbersago: si tratta di un’imbarcazione senza motore che sfrutta la corrente collegando Imbersago e Villa d’Adda e quindi le due province di Lecco e Bergamo. Il disegno di questa invenzione di Leonardo da Vinci è presente nel codice Windsor del 1513.
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