Palazzo Mocenigo a Venezia

Il palazzo della storica famiglia Mocenigo che oggi ospita il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume e il Museo del Profumo.

Palazzo Mocenigo a Venezia
Palazzo Mocenigo a Venezia

Palazzo Mocenigo fu abitato per diversi secoli dall’illustre famiglia da cui prende il nome, che nel suo albero genealogico annovera ben sette dogi. Oltre a questi, numerosi appartenenti alla famiglia furono letterati, procuratori, capitani, ambasciatori ed ecclesiastici.

Nel 1945 il palazzo Mocenigo di San Stae (versione dialettale di Sant’Eustacchio), fu lasciato in eredità al Comune di Venezia dall’ultimo discendente della famiglia, Alvise Nicolò, con gran parte degli arredi originali, per essere utilizzato come Galleria d’Arte, a completamento del Museo Correr.

Gli arredi e le stanze affrescate si unirono ai Musei Civici solo alla fine degli anni settanta, in seguito alla morte della vedova Mocenigo, Costanza Faà di Bruno. Bisognerà attendere però il 1985 per assistere all’apertura al pubblico del Palazzo Mocenigo come museo. Il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume trovò qui accoglienza, senza intaccare l’atmosfera di “casa vissuta” che si è voluto conservare a seguito dell’apertura. La biblioteca specializzata e gli uffici sono stati sistemati al primo piano, dove gli arredi originali erano stati tolti, mentre furono adibiti a deposito per stoffe e costumi il primo mezzanino e il soffittone. Gli altri piani del palazzo, divisi in appartamenti, sono stati lasciati esattamente come li donò da Alvise Nicolò Mocenigo.

Il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume

Nello stesso anno venne istituito a palazzo Mocenigo il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, una straordinaria collezione di tessuti ed abiti ed una biblioteca specializzata, sempre aperta, in cui spicca l’importante raccolta di oltre 13.000 figurini dal ‘700 al ‘900. Nelle sale del primo piano nobile è esposta una importante selezione dei più importanti accessori e capi d’abbigliamento della collezione. Il percorso è strutturato in modo da cercare, per quanto è possibile, di mostrare la relazione tra la scelta delle stoffe usate e i cambiamenti di gusto, anche riguardo l’arredamento. Gli abiti esposti provengono principalmente da Venezia, dove si può rintracciare una antica cultura di artigiani che hanno contribuito alla nascita del tipico stile della laguna, finemente ricercato. La lavorazione dei tessuti esposti è spesso impreziosita da ricami, decori, e soprattutto dai particolari Merletti di Burano.

Il Museo del Profumo

Venezia ha avuto un ruolo determinante nella storia del profumo ed ha una tradizione secolare che ha dato ispirazione a questa sezione del museo. Nelle 5 sale dedicate al profumo, strumenti multimediali ed esperienze sensoriali si alternano in un inedito percorso conoscenza ed esperienza. La visita è organizzata intorno al lavoro del muschiere, il profumiere veneziano di cui si scoprono tecniche e ricette per la fabbricazione di saponi, olii, paste, polveri e liquidi per profumare cose, persone, abiti, guanti, ambienti. Si scoprono tecniche, segreti, collezioni e raccolte storiche che raccontano l’arte veneziana di inventare profumi.

Orari, biglietti e altre informazioni per la visita a Palazzo Mocenigo

    Santa Croce 1992

    Vaporetti
    Da Piazzale Roma: Linea 1 fermata San Stae
    Dalla Stazione di Venezia Santa Lucia: Linea 1 fermata San Stae
    Da Lido di Venezia: Linea 1 fermata San Stae

    Dal 1 novembre al 31 marzo: 10.00 – 16.00 (biglietteria 10.00 – 15.30) Dal 1 aprile al 31 ottobre: 10.00 – 17.00 (biglietteria 10.00 – 16.30)
    Chiuso lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio

    Biglietto intero: 8 euro

    Alfonso Cannavacciuolo
    Alfonso Cannavacciuolo è un copywriter e redattore professionista. Scrive per aziende e agenzie pubblicitarie. Insegna scrittura in master e università e ha pubblicato tre manuali di scrittura con Hoepli editore. Appassionato di viaggi e fotografia, scrive guide e reportage. Ha fondato 10cose.it nel 2009. Oggi 10cose.it è uno dei principali portali turistici italiani.