Piazza del Plebiscito a Napoli

Tutte le informazioni per visitare Piazza del Plebiscito a Napoli, culla del rinascimento partenopeo

Piazza del Plebiscito Napoli

Se c’è un luogo di Napoli che ha sempre seguito le alterne fortune di questa città è certamente Piazza del Plebiscito. Per molti decenni è stato uno spazio irregolare, quasi un pezzo di campagna in città, dove si riunivano i napoletani durante i festeggiamenti organizzati dai sovrani per tenere buono un popolo sempre alla fame e sull’orlo della rivolta.

Piazza del Plebiscito era un vero e proprio teatro all’aperto: tornei, matrimoni, caroselli e gare di armigeri. Ma la piazza divenne ancor più celebre per le sue “cuccagne” nel ‘600 e nel ‘700. I vicerè spagnoli e i sovrani Borbone davano ordine di predisporre davanti Palazzo Reale grandissimi palchi dove, in occasione di determinate ricorrenze, erano a disposizione della gente ogni tipo di cibo: polli, salumi, formaggi, bovini.

Ma con il crescere della bellezza di Palazzo Reale, la Piazza non poteva più reggere il confronto con la maestosità di questa reggia, e quindi si iniziò un percorso di interventi che la porteranno poi ad essere quella che è oggi.

Le antiche origini di Piazza del Plebiscito a Napoli

Sembra che la storia della piazza abbia avuto inizio con quella della città stessa: qui si innalzavano infatti le mura della greca Palepoli e quelle del romano Castro Luculliano, di cui non esiste alcun frammento residuo perché furono demolite fra il XIII e il XIV secolo per fare spazio a chiese e monasteri.

Dove attualmente c’è Palazzo Salerno, gli Angioini edificarono il monastero di Santa Croce, dove c’è il Palazzo della Prefettura nel 1326 sorse il monastero di Santo Spirito, dove c’è la Chiesa di San Francesco venne istituito nel 1482 il convento di San Giovanni ad Lampades.

Un teatro all'aperto

Tra il 1808 e il 1815, per rendere ancora più apprezzabile questo palcoscenico all’aperto, il re Gioacchino Murat fece abolire i vari conventi, ordinando invece che fosse costruito palazzo Salerno e il palazzo della Foresteria, attuale prefettura.

Ma gli intenti di Murat non si fermavano qui: progettò di trasformare la piazza in un grande anfiteatro le cui gradinate dovevano essere scavate nella collina di Pizzofalcone. La sua prima mossa quindi fu quella di far costruire un colonnato semicircolare che doveva circoscrivere l’anfiteatro, già battezzato da lui Foro Murat.

Ma quando il regime francese venne meno e ritornò sul trono Ferdinando di Borbone, di Foro Murat non si parlò più.

Il Gambrinus e il Turco, storici cafè di Piazza del Plebiscito a Napoli

A sentir parlare i napoletani pare che il periodo di maggiore splendore questa piazza lo visse tra il 1890 e i tardi anni Trenta, quando tutta Napoli vi si riversava per trascorrere piacevoli serate all’insegna della musica delle orchestrine all’aperto di due caffè dirimpettai, il Gambrinus e il Turco.

Il Gran Caffè Gambrinus di Napoli
Il Gran Caffè Gambrinus di Napoli

Seduti ai tavolini all’aperto, tra una chiacchiera e un’altra, vi era la concreta possibilità di incontrare i più illustri esponenti della cultura e perfino qualche membro di casa Savoia.

Le storie di questi due celebri caffè sono tipici di una Belle époque che in questa città è durata più a lungo che altrove. Il Caffè Turco, che nel 1911 cambiò il nome in Caffè Tripoli, animava il pian terreno di palazzo Salerno, mentre il Gambrinus aveva le sue vetrine al piano terreno del palazzo della Prefettura.

Il Gambrinus fu edificato nel 1890 e prese sin da subito le sembianze di un “caffè letterario”, ma nel 1938 fu molto limitato anche nello spazio da un prefetto che non tollerava la musica dell’orchestrina.

Soltanto recentemente ha recuperato parte dei suoi ambienti. Il Caffè Tripoli chiuse i battenti nel 1932 e fu trasformato in un circolo per gli ufficiali dell’Esercito. In pratica con il ridimensionamento del Gambrinus e la chiusura del Tripoli, piazza del Plebiscito sembrò invasa da un’atmosfera rigorosa e severa che proprio non le si addiceva.

Questa piazza che fino al 1817 fu denominata largo di Palazzo e fino al 1860 largo San Francesco di Paola, è stata resa accessibile unicamente ai pedoni solo di recente diventando negli anni ’90 il simbolo del Nuovo Rinascimento Napoletano.

Curiosità su Piazza del Plebiscito a Napoli

Statue equestri Piazza del Plebiscito
Il gioco delle due statue a Piazza Plebiscito a Napoli

E’ piuttosto risaputo il “gioco” che i napoletani fanno fare ai turisti che visitano la piazza.

Il turista dovrà essere bendato e riuscire ad attraversare la piazza, secondo una linea retta, partendo da Palazzo Reale fino al percorrimento dello spazio tra le due grandi statue poste non molto distanti dal Palazzo.

La leggera inclinazione della superficie della piazza farà virare la persona bendata non permettendole di proseguire diritto e di attraversare le due statue. Quando la persona aprirà gli occhi resterà molto stupita di aver cambiato così tanto la sua traiettoria iniziale. Provateci anche voi!

Come arrivare a Piazza del Plebiscito a Napoli

Piazza del Plebiscito e Palazzo Reale si trovano al centro di Napoli quindi sono un passaggio obbligato lungo tutti i percorsi di visita della città. Chi arriva dalla Stazione Centrale deve prendere il Bus R2 (fermata San Carlo). Chi arriva da Capodichino deve prendere l’Alibus e scendere a Piazza Municipio. Palazzo Reale è distante poche centinaia di metri.

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Alfonso Cannavacciuolo
Alfonso Cannavacciuolo è un copywriter e redattore professionista. Scrive per aziende e agenzie pubblicitarie. Insegna scrittura in master e università e ha pubblicato tre manuali di scrittura con Hoepli editore. Appassionato di viaggi e fotografia, scrive guide e reportage. Ha fondato 10cose.it nel 2009. Oggi 10cose.it è uno dei principali portali turistici italiani.