L’Isola di Burano a Venezia

L'Isola di Burano è famosa in tutto il mondo per le sue case colorate e la lavorazione del merletto.

L'Isola di Burano
L'Isola di Burano

Le casette colorate sono il segno distintivo dell’isola di Burano, a pochi minuti di traghetto da Venezia. Sono l’attrazione che spinge le persone a visitarla e anche il ricordo che più resta impresso quando si lascia l’isola.

La leggenda vuole che in passato i pescatori avessero colorato le loro case per differenziarle le une dalle altre e poter riconoscere la propria anche da lontano, ritornando dal mare dopo la pesca. Burano è un’isola molto tranquilla che si visita in un giorno e che colpisce per la serenità e i colori del suo paesaggio.

Quando si giunge sull’isola con il vaporetto, si viene accolti dalla statua di Remigio Barbaro, artista di Burano. Proseguendo per la strada principale si giunge alla piazza dell’isola, la Piazza Galuppi con i suoi negozi dove si può osservare la lavorazione del merletto, attività per la quale Burano è conosciuta in tutto il mondo.

Qui intorno è possibile trovare le tipiche trattorie buranelle, dove si può apprezzare dell’ottimo pesce fresco o uno dei dolci tipici dell’isola come la “Bussolà”, a base di farina, burro e uova fresche. In Piazza Galuppi è situata la Chiesa di San Martino Vescovo dove è custodito un quadro di Gian Battista Tiepolo.

In questa piazza si trovano le più importanti strutture dell’isola quali il Palazzo del Municipio, la Cappella di Santa Barbara, il pozzo in pietra d’Istria e il bellissimo Museo del Merletto. Procedendo tra le caratteristiche strade di Burano ci si imbatte nella “Casa di Bepi”, una costruzione variopinta che attira l’attenzione del turista.

Le case colorate di Burano
Le case colorate di Burano

La leggenda del merletto di Burano

La lavorazione del Merletto è una delle attività secolari dell’isola. La leggenda racconta di un pescatore promesso sposo che riuscì a resistere al richiamo delle sirene. La regina delle sirene, rimasta impressionata dalla fedeltà dell’uomo gli regalo un velo nuziale fatto con la schiuma del mare. Quando la sposa indossò il velo, la sua bellezza era tale che tutte le donne dell’isola, invidiose del dono fatto al marito dalle sirene, provarono ad imitarlo utilizzando ago e filo. Fu così che sull’isola iniziò la tradizionale lavorazione del Merletto.

Il Museo del Merletto di Burano

Il Museo del Merletto appartiene dal 1995 al complesso dei Musei Civici Veneziani ed ha sede nella Scuola dei Merletti di Burano, fondata dalla Contessa Marcello nel 1872. Sin dal 1978 inizia un’attenta ricerca per riscoprire e valorizzare l’arte tanto cara all’isola di Burano. Dal ricco archivio della Scuola vengono catalogati disegni e documenti che costituiscono la base del Museo. Oggi sono oltre cento i preziosissimi esemplari esposti, con testimonianze databili sino al XVI Secolo. Tutt’ora è possibile assistere alla lavorazione a mano da parte delle merlettaie che, tutte le mattine, si recano al Museo per dare la possibilità ai turisti di osservare da vicino la loro tecnica. 

Informazioni per la visita al Museo del Merletto

Indirizzo:
Piazza Galuppi a Burano

Come arrivare:

Vaporetti
Da Piazzale Roma: Linea 4.1, Linea 4.2 o Linea 5.2, fino a Fondamenta Nuove, quindi cambio con Linea 12, fermata Burano
Dalla Stazione Ferroviaria di Venezia Santa Lucia: Linea 4.1, Linea 4.2 o Linea 5.2, fino a Fondamenta Nuove, cambio con Linea 12, fermata Burano
Da Lido di Venezia: Linea 5.1, fino a Fondamenta Nuove, cambio con Linea 12, fermata Burano

Orari di apertura:

Dal 1 aprile al 31 ottobre 10.00 – 18.00 (biglietteria 10.00 – 17.30)
Dal 1 novembre al 31 marzo 10.00 – 17.00 (biglietteria 10.00 – 16.30)
Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio

Costo del Biglietto:

Biglietto intero: 5 euro.
Fa parte del Circuito Museum Pass

La leggende del "bottazzo" di Burano

La leggenda riguardante i Santi Patroni dell’Isola testimonia una certa “guerra fredda” tra le isole di Venezia. Intorno all’anno Mille giunse sulle rive di Burano una cassa di pietra galleggiante. Si racconta che provenisse da Magonza e che neanche gli uomini più forti dell’isola riuscirono a portarla sulla terra ferma. Riuscirono nell’impresa quattro bambini, con la forza della loro innocenza. All’interno della cassa furono trovati i corpi i S. Albano, S. Domenico e S. Orso e un barilotto di vino detto anche il “Bottazzo di S. Albano”. Fu così che i tre Santi, assieme a Santa Barbara divennero i protettori dell’isola. La leggenda racconta che il ritrovamento delle reliquie scatenò un’ invidia senza precedenti negli abitanti di Murano, che rubarono il “Bottazzo di S. Albano”, ritenendolo miracoloso. Oggi la bottiglia di vino è custodita nella Chiesa di San Donato a Murano.

La leggenda del braccio d'oro di Sant'Albano

Un’altra leggenda raccontata sull’isola riguarda la reliquia di Sant’Albano. Tale reliquia, costituita da un braccio in oro, fu fusa durante la peste per far fronte alle spese derivanti dal flagello e sostituita da un braccio in rame che, nel tempo, si è scurito. Fu per questo chiamato “il braccio di pegola”, termine con cui i veneziani e i muranesi, schernivano gli abitanti dell’isola. C’è però un’altra versione della leggenda che vede la figura di un gioielliere sbarcato sull’isola, chiedere agli abitanti dell’isola di fondere tutto l’oro di Burano per costruire un braccio con il prezioso minerale in onore di Sant’Albano. I cittadini, molto devoti, acconsentirono subito. Ma una volta giunta l’estate i buranesi si accorsero di una clamorosa truffa perpetuata ai loro danni: dal braccio in oro iniziò a fuoriuscire una sostanza scura, confermando che la reliquia non era in oro massiccio, ma riempito di pesce. Il gioielliere fece perdere le proprie tracce, e gli abitanti di Burano divennero lo zimbello degli isolani.