Museo Peggy Guggenheim a Venezia

La collezione Peggy Guggenheim è la più importante raccolta d'Italia dedicata all'arte americana ed europea della prima metà del 1900.

Museo Peggy Guggenheim a Venezia
Museo Peggy Guggenheim a Venezia

La collezione Peggy Guggenheim è la più importante raccolta d’Italia dedicata all’arte americana ed europea della prima metà del 1900. Oltre alla personale raccolta della Guggenheim, all’interno del museo si possono apprezzare le collezioni di Gianni Mattioli, mostre temporanee e il bellissimo giardino delle sculture Nasher. Il museo è ospitato nell’unico palazzo non portato a termine a Venezia, il Palazzo Venier dei Leoni, acquistato dalla Guggenheim al fine di realizzare il più grande museo sull’arte moderna degli anni ’50.

Le opere del Museo Guggenheim

La collezione Guggenheim è composta dalle opere dei più grandi artisti del tempo: da Picasso a de Chirico, da Pollock a Kandinsky, da Duchamp a Brancusi. Sono visibili opere appartenenti alle diverse correnti che hanno influenzato l’arte della prima metà del XX secolo come Cubismo, Futurismo, Pittura Metafisica, Scultura d’Avanguardia. Di grandissimo interesse è la Collezione Gianni Mattioli, che annovera artisti del Futurismo italiano come Boccioni, Sironi, Russolo, Carrà, Balla, Severini, Sironi, Soffici, Rosai, oltre ad alcuni dipinti di Morandi e un ritratto di Amedeo Clemente Modigliani. Il Museo continua ad incrementare le proprie collezioni esponendo le opere donate alla Fondazione Solomon R. Guggenheim (zio di Peggy) e capolavori provenienti da collezioni private come prestiti a lungo termine. Nell’ottobre 2012 ottanta opere di arte italiana, europea e americana del secondo dopoguerra della Collezione Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof sono entrate a far parte delle collezioni della sede veneziana della Fondazione Solomon R. Guggenheim.

La straordinaria vita di Peggy

Peggy Guggenheim nacque a New York il 26 agosto del 1898. L’agita posizione della famiglia permise alla giovane Peggy di crescere senza eccessive preoccupazioni, nonostante la precoce scomparsa del padre, morto sul Titanic, e di poter assecondare le proprie passioni. La Guggenheim svolse un ruolo determinante nella storia dell’arte del Novecento. Sosteneva che fosse suo dovere proteggere l’arte del suo tempo e a questa vocazione e alla creazione del suo museo ha dedicato gran parte della vita. Si avvicina all’arte moderna grazie al suo primo marito, l’artista dada Laurence Vail, dal quale avrà due figli. Grazie alle amicizie del marito, entra in contatto con numerosi artisti, alcuni dei quali resteranno sui amici per tutta la vita, come Marcel Duchamp, Brancusi e Barnes.Spinta dalla sua amica Peggy Waldman, riesce ad inaugurare, nel 1938, la galleria “Guggenheim Jeune” a Londra. Inizierà così il suo percorso a sostegno delle avanguardie, diventando un riferimento imprescindibile per tutti gli artisti del dopoguerra. Marcel Duchamp la condurrà per mano nella comprensione delle opere e sarà il suo aggancio con glia artisti. L’attività della Guggenheim si concretizza nelle mostre delle opere di Jean Cocteau e, successivamente, di Vasily Kandinsky, mai esposto prima in Inghilterra. Dopo i successi ottenuti come gallerista, Peggy lancia una nuova sfida e investe tutte le sue forze nella realizzazione di un Museo d’Arte Moderna a Londra.

La Guggenheim è così presa dal suo progetto che, negli anni ’39-’40, nonostante si avverta senza dubbio l’imminente scoppio della Guerra, girerà incurante dei pericoli per l’Europa per acquistare le opere che intende esporre nel suo museo. Prima di partire aiuterà molti artisti a lasciare l’Europa e con uno di essi, il pittore Max Ernst. Mentre continua a collezionare opere, cerca un luogo dove dar origine al suo museo, questa volta nel continente americano. Nel 1942 la galleria/museo “Art of This Century” viene inaugurata nella sua New York. Nel 1948 viene invitata ad esporre alla prima Biennale di Venezia. Peggy resta affascinata dalla città e decide di trasferirsi per tutta la vita. Nello stesso anno acquista il bellissimo Palazzo Venier dei Leoni con l’intenzione di costruire una casa-museo.

La nascita del Guggenheim di Venezia

Dopo aver portato la sua collezione in giro per tutta l’Europa, nel 1951 la Guggenheim la espone a Palazzo Venier dei Leoni e durante i mesi estivi la sua residenza resterà aperta alle visite. Per tutti i trent’anni in cui rimarrà a Venezia, la Guggenheim continuerà ad arricchire la sua collezione e sostenere con forza le avanguardie artistiche.

Nel corso degli anni la raccolta verrà richiesta dai più grandi musei di tutti il mondo, ma la più significativa sarà l’esposizione del ’69 al Museo Solomon R. Guggenheim di New York, di proprietà dello zio, in seguito alla quale decide di donare il Palazzo Venier dei Leoni con tutte le sue opere alla fondazione Solomon R. Guggenheim, che gestisce il Museo americano ospitato nell’edificio a spirale di Frank Lloyd Wright. Peggy Guggenheim muore il 23 dicembre 1979. Aveva 81 anni e chiede di seppellire le sue ceneri nell’angolo del giardino del Palazzo in cui ha seppellito, negli anni, i suoi cagnolini. Dalla data della sua morte la Fondazione Guggenheim ha trasformato la dimora di Peggy in uno dei maggiori musei d’arte moderna al mondo.

Palazzo Venier: il palazzo senza storia

La costruzione del Palazzo acquistato da Peggy Guggenheim nel 1948 è avvolta nel mistero. La costruzione non è mai stata finita, non si conosce chi abbia commissionato i lavori, né tanto meno da dove venga il nome del palazzo. Iniziato nel 1748 dall’architetto Boschetti, sarebbe dovuto essere un edificio immenso, a tre piani, spettacolare, tanto regale da mettere in ombra il dirimpettaio Palazzo Correr, ma non si andò mai oltre la costruzione del piano terra.

Proprio la rivalità nella bellezza delle costruzioni è, secondo la leggenda, uno dei motivi che fece interrompere l’edificazione del Palazzo Venier dei Leoni. Si racconta, infatti, che la famiglia Correr protestò vivamente, riuscendo a far interrompere i lavori del palazzo che avrebbe oscurato la bellezza della propria residenza. Ma non è detto ce le cose siano andate effettivamente così. Molto più probabilmente i finanziatori del progetto si trovarono a corto di soldi, e dovettero far interrompere i lavori.

Anche l’origine del suo nome non è molto chiara. Si racconta di un leone allevato nel giardino della casa, ma pare molto più probabile che derivi dalle teste di felino scolpite in pietra d’Istria presenti sulla facciata al livello dell’acqua. La famiglia Venier, il cui nome viene accostato alla costruzione, è una delle più antiche e potenti di Venezia. Annovera tra i suoi appartenenti tre dogi e ben diciotto Procuratori di San Marco. Non c’è nessun motivo per ritenere che il mandato per costruire il Palazzo venisse dalla nobile famiglia ma, probabilmente, il costo dell’operazione ha spinto, negli anni, ad associare l’ambizioso progetto ad una delle casate più ricche di Venezia.

Nel 1948 Peggy Guggenheim acquista il Palazzo dalla Marchesa Luisa Casati. Per i successivi trent’anni la collezionista americana abiterà stabilmente nel Palazzo Venier dei Leoni. Dal 1951 la Guggenheim aprirà la struttura al pubblico consentendo l’ingresso alla sua incredibile collezione di quadri, statue e pregiatissimi pezzi di arte moderna.

    Palazzo Venier dei Leoni
    Dorsoduro 701

    Da Piazzale Roma o Ferrovia:
    vaporetto linea 2, direzione Lido, fermata Accademia
    vaporetto linea 1, direzione Lido, fermata Accademia o Salute
    Da Piazza San Marco:
    vaporetto linea 2, direzione P. Roma, fermata Accademia
    vaporetto linea 1, direzione P. Roma, fermata Salute o Accademia

    Apertura 10-18 tutti i giorni
    Chiuso il martedì e il 25 dicembre

    Intero: 15€

    Alfonso Cannavacciuolo
    Alfonso Cannavacciuolo è un copywriter e redattore professionista. Scrive per aziende e agenzie pubblicitarie. Insegna scrittura in master e università e ha pubblicato tre manuali di scrittura con Hoepli editore. Appassionato di viaggi e fotografia, scrive guide e reportage. Ha fondato 10cose.it nel 2009. Oggi 10cose.it è uno dei principali portali turistici italiani.