Armati di pale, picconi e carriole, impegno civile e un po’ di sano amore viscerale per la propria città, i volontari dell’Associazione Culturale Borbonica Sotterranea sono riusciti a portare alla luce il Tunnel Borbonico di Napoli, un altro pezzo della Napoli sotterranea. Un regalo inaspettato per napoletani e turisti che possono vivere l’esperienza di una passeggiata nel ventre di Napoli in un percorso affascinante ed interessante in cui si intrecciano “passati” diversi. Insieme al percorso di Napoli Sotterranea, la Galleria rientra nelle 10 cose da fare e vedere assolutamente a Napoli.
Il grande tunnel borbonico iniziato e mai finito
La Galleria Borbonica è un percorso militare progettato da Enrico Alvino nel 1853 per ordine del Re Ferdinando II. Il tunnel doveva collegare il Largo di Palazzo (l’attuale Piazza del Plebiscito) con la zona del porto attraverso il Monte Echia, per consentire in caso di necessità, alle truppe una rapida difesa della Reggia e, al sovrano, di fuggire da Palazzo Reale e raggiungere il mare in breve tempo.
Un lavoro imponente, mai portato a compimento sia a causa delle enormi difficoltà incontrate durante gli scavi sia per gli sconvolgimenti politici che andavano maturando e che culminarono con la cacciata dei Borbone e la caduta del Regno delle Due Sicilie. La Galleria Borbonica, infatti, nel suo percorso incrocia le mastodontiche Cave Carafa (XVI sec.), il bacino di tufo da cui si estraeva materiale per le costruzioni di Napoli ma anche le cisterne di età romana e i cunicoli dell’acquedotto seicentesco del Carmignano che serviva la città ed in particolare la zona di Pizzofalcone.
Il tunnel discarica, rifugio bellico e deposito di auto
Per godere di tale spettacolo è necessario lasciarsi “inghiottire” dalla montagna sui cui sorge la città (Monte Echia). Da Vico del Grottone n. 4 (nei pressi di Monte di Dio) utilizzando una scala del ‘700 adoperata dai pozzari per scendere nell’acquedotto, ad appena 25 metri dal livello stradale, oppure dalla più comoda entrate nel Parcheggio Morelli.
Dal primo ingresso vi aspetta un camminamento di circa 500 metri (piuttosto agevole) che si estende da Via Domenico Morelli a Piazzetta Carolina (alle spalle di Piazza del Plebiscito), fatto di cunicoli, pozzi, cisterne, cavità, finalmente liberate da ogni sorta di rifiuti, sversamenti abusivi e dal degrado in cui spesso sono abbandonati i tesori di Napoli. Ma le sorprese non finiscono qua.
Infatti, dal 39 al 43 il tunnel e le cavità laterali furono utilizzati dai residenti di Monte di Dio come ricovero bellico, come dimostrano i resti dell’impianto elettrico (lampadine da 12 watt) e dei servizi igienici,
i residui piuttosto malandati del parquet che pavimentava i vari ambienti, le suppellettili, un’improvvisata infermeria, le brande in ferro di chi cercava nelle viscere della terra un rifugio dai bombardamenti aerei.
Un cimitero di auto e moto d'epoca
Dal dopoguerra fino agli anni 70 una parte di questi spazi fu utilizzata come deposito di veicoli sequestrati e affidati in custodia al Comune di Napoli.
Nascoste da cumuli di detriti sono emerse auto e moto che farebbero invidia a qualsiasi collezionista.
Sistemate lungo il percorso è possibile ammirare, ad esempio una Fiat 508 Barilla, una Fiat 1400, una Fiat 1100 usata come taxi, una preziosa Alfa Romeo 2500 SS cabriolet Pinin Farina, un camioncino per le consegne alimentari con la scritta “Bottega dei Mille, parco commerciale cittadino” ed ancora un vero e proprio cimitero di Vespe e Lambrette.
Come dalle rovine di una città antica sono emersi persino pezzi di un gigantesco monumento scolpito in memoria di Aurelio Padovani, fondatore de fascio napoletano, posto nel 1934 nella piazza Santa Maria degli Angeli in Pizzofalcone.
Il monumento fu prontamente e opportunamente smantellato e occultato alla caduta del regime come a voler cancellare ogni traccia dello stesso.
Dal Tunnel Borbonico le meraviglie dal sottosuolo napoletano
Un museo nel museo dunque, un percorso emozionante e suggestivo, grazie anche ad un’illuminazione scenografica che cattura il turista e lo accompagna nel suo viaggio sotterraneo celebrando ogni oggetto, ogni particolare ed esaltando la bellezza e l’imponenza di quella che è una vera e propria cattedrale di tufo. Si respira anche tanta vita sotto l’asfalto di Napoli. Sono tante le storie di vita reale, tante le testimonianze custodite dalla terra nei suoi meandri per lunghissimi anni.
Con po’ di attenzione e grazie alle indicazioni di appassionate guide, scorgerete tra i numerosi segni lasciati nel tufo dai pozzari, per non perdersi nel buio delle cavità, il disegno di una montagna sovrastata da una croce che significava “siete arrivati a Monte di Dio“, la fatica del lavoro dello scolpire e del cavare, le scritte di chi ha vissuto sulla propria pelle la tragicità della guerra (“Noi vivi” e “26 aprile 1943 – allarme delle 13.20”), di fronte alle quali non ci si può non emozionare.
E poi ancora croci, un bassorilievo di Santa Barbara, protettrice contro i fulmini e le morti violente, pipe di terracotta appartenute ai pozzali, antiche riggiole (piastrelle), carcasse di auto prive di sedili utilizzate dai contrabbandieri per far spazio al tabacco.
Ebbene, vedendo tutto questo non si può non pensare a quanto questa parte di città sotto terra sia speculare a quella sopra il suolo, l’una più silenziosa, l’altra più chiassosa senz’altro ma ambedue scenari invidiabili per la loro unicità.
Il percorso avventura tra le cisterne
Recentemente è stato inaugurato un percorso che prevede la visita a una piccola cisterna, raggiungibile attraverso un breve cunicolo, nella quale sono visibili le croci incise dai “pozzari” come strumento per difendersi dai pericoli legati alla loro attività.
Dopo uno stretto cunicolo di circa 30 m (sconsigliato a chi soffre di claustrofobia), si arriva al ponte realizzato dai Borbone e poi nella grande cisterna.
Da lì, su una zattera, si naviga sulla falda acquifera sotterranea di Napoli che scorre sotto la galleria abbandonata della linea L.T.R. (Linea Tranviaria Rapida mai completata).
Orari di apertura e costo del biglietto per Galleria/Tunnel Borbonico
Orari di apertura: La Galleria è aperta al pubblico ogni venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10.00/12.00/15.00/17.00. Prenotazione obbligatoria +39 366 248 4151, +39 081 764 5808, mail@galleriaborbonica.com
Costo del biglietto: 10 euro .
Come arrivare: Ci sono due ingressi. Da Vico del Grottone n.4, nei pressi di Piazza Plebiscito e dal Parcheggio Morelli, in Via Morelli.