Gradisca d’Isonzo, nel cuore del Friuli Venezia Giulia, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Grazie al suo centro storico fortificato, racchiuso da una cinta muraria e sei bastioni in pietra a protezione del Castello e alle facciate dei palazzi barocchi del centro, Gradisca rivela il suo passato nobile e bellicoso.
Da qui sono passati Leonardo Da Vinci, Napoleone e Radetzky. Baluardo veneziano usato per difendersi da turchi, nel 1500 intervenne Leonardo Da Vinci a cui i veneziani chiesero consiglio per fortificare la parte della città che sia affacciava sul fiume Isonzo.
Successivamente Gradisca è passata agli Asburgo e conquistata da Napoleone, per poi tornare brevemente all’Austria prima di essere annessa definitivamente all’Italia nel 1921.
Il risultato di questo passato movimentato è oggi un borgo quieto e magico, con palazzi storici e monumenti da scoprire a piedi partendo da Piazza dell’Unità e un itinerario che invece dal parco della Spianata tocca i bastioni e il Castello, oggi in stato di abbandono.
In giro per il Borgo di Gradisca d'Isonzo
La visita di Gradisca parte da Piazza dell’Unità , che costeggia il parco e su cui domina la facciata del Nuovo Teatro Comunale. Fino al 1855, Gradisca era completamente murata, e al centro si accedeva soltanto da due porte: la porta di Gorizia, a nord, e quella d’Italia, che si trova proprio all’ingresso della piazza e che oggi non c’è più.
In Via Molcenigo si incontra, unica in tutta in la regione, una polveriera veneta del 1400. In queste larghe strade di ciottoli si affacciano i palazzi nobiliari costruiti tra il 1600 e il 1700, testimoni di Gradisca come luogo di elezione delle dimore dei nobili (Vedi paragrafo). Gli edifici religiosi più importanti sono il Duomo e la Chiesa dell’Addolorata. Il Duomo, dedicato a San Salvatore, si trova in Via Bergamas ed è un gioiellino barocco.
La sua struttura attuale deriva da vari ampliamenti iniziati nel ‘500, e merita una visita per la Cappella Torriana, dai soffitti stuccati, che cela il sepolcro cinquecentesco del capitano austriaco Nicolò II della Torre. La Chiesa dell’Addolorata, consacrata nel 1505, è stata completamente distrutta da un incendio nel 1917 e ricostruita nel 1921.
Poco lontano merita una sosta il Palazzo del Monte di Pietà , con un prezioso gruppo scultoreo Barocco. In Via Battisti si trova poi il palazzo più importane di Gradisca, la casa dei Provveditori Veneti, realizzata nel 1400, che oggi ospita al pianterreno un’enoteca molto rinomata in cui sostare per un assaggio dei vini eccellenti prodotti in questo territorio.In Via Battisti si trovava il ghetto ebraico di Gradisca, che ospitava otto case e una sinagoga, tutte andate distrutte tranne una, Casa Morpurgo.
I Palazzi nobiliari di Gradisca
Il reticolo di strade alle spalle della piazza principale di Gradisca non è fatto di viuzze come molti altri borghi, ma di strade larghe che si incrociano ad angolo retto: questo perché i movimenti dei soldati a difesa del borgo dovevano essere rapidi.
Su questo reticolato si aprono i palazzi nobiliari, ma non aspettatevi fasti e lusso: i palazzi sono aperti verso l’interno con corti e aiuole, e mostrano all’esterno soltanto la loro facciata, un po’ severa, a volte decorata da una loggia. Dopo tutto Gradisca è sempre stata una fortezza difensiva.
Tra tutti spicca la facciata color ocra del Palazzo de Fin–Patuna, con uno stile rococò che si discosta dalle altre residenze, più barocche: il palazzo è famoso perché nel 1797 ospitò Napoleone durante l’occupazione francese. Di fronte si ammira l’aspetto sobrio di Palazzo Strassoldo, che getta le basi per lo stile delle future residenze gradiscane. Il Palazzo Strassoldo, costruito a partire dal 1500, ha un aspetto più severo e massiccio degli altri palazzi del borgo e fu costruito per ospitare il capitano Riccardo di Strassoldo, che guidò le truppe nel 1615 contro i Veneti.
Lungo via Ciotti si trova Palazzo Torriani, villa settecentesca residenza dei Della Torre, sede oggi del Municipio e della Galleria regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan (vedi paragrafo), mentre casa Toscani presenta un grande portale sovrastato da un piccolo balcone e in cortile con un loggiato interno.
Conclude questa affascinante parata di residenze nobiliari il palazzo de Comelli – Stuckenfeld, in Via Bergamas, dall’aspetto compatto, ingentilito soltanto da una piccola loggia con balaustra sul portale.
I bastioni fortificati del borgo di Gradisca
Il genio dei veneziani a difesa delle invasioni turche è visibile ancora oggi con una passeggiata: sono infatti presenti sei torrioni a protezione del Castello. Partendo dalla Spianata, il parco nei pressi della piazza, si incontrano infatti il Torrione della Calcina, il Torrione della Marcella e quello della Spiritata. Lungo le mura del Castello si apre poi l’unica via di fuga verso il fiume, il Torrione del Portello. Gli altri due torrioni si scoprono attraversando il centro attraversando via Battisti fino a incontrare Porta Nuova: se ci si ferma un attimo a guardare il dipinto della Madonna, si potrà scorgere la scheggia di una bomba che risale alla Seconda Guerra Mondiale. Porta Nuova è protetta a sinistra dal Torrione di San Giorgio e a destra dal Torrione della Campana.
Il Museo Documentario di Gradisca e la Galleria d’Arte Contemporanea Spazzapan
La storia di Gradisca e del suo territorio, dal ritrovamento dei primi fossili 50 milioni di anni fa fino al dominio austriaco, è ricostruita fedelmente nelle sale di questo museo con frammenti di lapidi, armi e monete, tele e fotografie.
Un’occasione unica per capire con un colpo d’occhio il passato romano, veneto e austriaco di questo borgo incredibile. Il Museo si visita su prenotazione telefonando allo 0481 967911.
La Galleria regionale di arte contemporanea Luigi Spazzapan è ospitata a Palazzo Torriani e prende il nome dal pittore futurista nato proprio a Gradisca. Oltre alle sue opere, la galleria raccoglie un’interessante collezione di quadri degli artisti regionali più rappresentativi e ospita conferenze, bookshop e laboratori tematici.
Informazioni per la visita
Orari di apertura
La galleria è aperta dal mercoledì al venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
Costo del biglietto: L’ingresso intero costa 3 euro, 2 ridotto.
Cosa mangiare a Gradisca D'Isonzo
Le ricette tipiche di Gradisca prendono in prestito i sapori e i profumi di tutti i popoli che di qui sono passati, con un occhio attento alla tradizione contadina di questo territorio. Mangiare a Gradisca oggi significa fare un viaggio nelle tradizioni culinarie friulane, con polenta, minestre, carne di maiale (muset e lardo) brovade (cavolo cappuccio fermentato), ma anche in Veneto, con i saporiti risi e bisi (riso e piselli) e in Austria con gli gnocchi di susine aromatizzati con mandorle e serviti con burro fuso, il gulasch, i dolci come i krapfen e la sacher. Anche i francesi hanno lasciato tracce, introducendo i dolci con lo zucchero come il tronchetto di Natale. Non possono mancare sulle tavole gradiscane i vini doc del Collio Isontino: in particolare, il Refosco e il Merlot. Tra i bianchi meritano in assaggio il Pinot e il delizioso Picolit.